Amore Mio.
Mio Amore.
Abbiamo sempre condiviso una visione politica del mondo, mi hai conquistata così: io vengo da Filosofia e tu sei un Umanista. Ci indignavamo e domandavamo, provavamo a migliorare un pochino alla volta quel pezzettino di giardino che ci circondava, tramite il nostro lavoro e la nostra cieca e ottusa determinazione. Cercavamo di combattere con l’ironia, l’inventiva, senza interrogarci se si potesse fare o meno… noi lo facevamo e basta. Era poesia.
E, per quanto a fatica, ne abbiamo sempre raccolto i frutti.
Ecco la primavera.
Così la sera sprofondavamo su quel divano che sembrava volerti tenere per sempre abbracciato e ne parlavamo e parlavamo ancora. Avevi un sorriso che forse era strano, d’accordo, e nemmeno poi troppo preciso, ma dava al tuo viso qualcosa di unico e di delicato, che neanche la forza tenace del tempo ti avrebbe levato.
E adesso Dove Sei?
Ma questo fu solo DOPO.
Dopo esserci incontrati quasi per caso, una frase, un sorriso, e il flamenco era già davanti a noi.
Eri insolito, indecifrabile, confuso, logorroico, vivevi di voli pindarici da primato interplanetario, eri diverso da me, diverso da chiunque, eppure… a me è bastata un’ora.
A ogni domanda una nuova conferma… e poi l’emozione di quel primo bacio: le labbra precise, perfette, incollate.
Io neppure pensavo che sarebbe durata, manco lo volevo!
Me lo ricordo bene.
Amore Mio.
Mio Amore.
In men che non si dica sentivo odor di gigli, immaginavo figli…
A ballare vecchie canzoni lentamente in cucina, a bere di noi, a sprofondare sempre più nelle tue parole, nei tuoi pensieri, nelle tue inflessioni. E non è piccola la sfida, querida, disperso in questo angolo d’Europa, unita.
Mentre ora la notte io non dormo e se dormo sogno, parlo… frasi… da dimenticare.
Che poi riesco anche a resistere, funziono bene per tutta la settimana, finché non arriva la domenica. E arrivi tu. Sempre di domenica.
Perché a me ricordi il mare. E non per le vacanze che abbiamo fatto insieme, ma per il tuo ondeggiare tra il gesto di chi afferra e quello di chi si trattiene.
Ci sono validi motivi per cui dovrei evitare di dirtelo… ma dal momento che mi scrivi dirò che l’ho capito da subito, perché sei… se tu che quando arrivi sorridi e a me mi gira benissimo, e sempre tu che se decidi ti giri e mi pugnali in un attimo.
Così succede che mi pare che va bene e invece non va. E se migliora allora peggiorerà. Oppure, sono sicuro che va male arrivo di là, te lo dico e tu mi dici “ma và!”.
Ma io così non vado avanti…
E in tutti questi anni lo scotch, i traslochi, i tuoi occhi. L’Oriente.
Come Acrobati, a ponderare ogni passo e ogni parola, sempre più distanti, cercavo di cogliere il tuo operato serio, il tratto netto, duro e ordinato.
Abbiamo provato ad arginare gli ostacoli più impossibili, ma non sempre da vicino, lasciarci trasportare è stato facile ma adesso ritornare giù non sembrerebbe giusto… dovremmo resistere.
Dovremmo insistere.
E starcene ancora su.
Se fosse possibile.
Toccando le nuvole.
O vivere altissimi.
Come due acrobati.
Sospesi.
Ma sono solo fantasie che si schiantano sul muro di gomma della tua routine ben organizzata. Tu che hai lasciato a me la mia rivoluzione. Tutto l’Amore.
Quasi ti sento dirlo: “è una scelta mia come la mia routine, prevedibile come un giornale, ma letale e inamovibile come un marine, e mi piacciono le cose nuove ma soltanto tra le 11 e le 12 di mercoledì, meglio se alla fine di aprile quando fuori c’è già il primo sole”.
Se ci penso… credo che una doccia mi rilasserà.
Se ci ripenso… ma vedi sono già più calma, sono più serena, sono solo queste mie mani che vanno da sole, credo che un’altra doccia mi rilasserà! Comunque riflettendo meglio non si può negare che la tua è una vera OSTINAZIONE, un’INCAPACITÀ DI DARE…
La fine, in fondo, era già nota, ancora prima che iniziasse.
Sembra così ovvio e lucido, devo esser stata proprio ottusa… eppure continuo a dirmi che…
Per questo io domani torno da te.
Daniele, scusa se non piango, perché mi sono innamorata.
Non ero preparata ❤
Sono un vinile che si sta incantando.