Incredula

Bere un bicchiere d’acqua ogni ora.

Se rispettiamo le regole andrà tutto bene.

Quando questo periodo del cazzo sarà finito, andrò a un concerto di Max Pezzali.

Ho bisogno di fare un elenco.
Me lo aveva insegnato la mia psicologa: elenca! Elenca ciò che vuoi o ciò che non va.
Be’… voglio elencare ciò che non avrei mai creduto. Come Calvino in Se Una Notte Di Inverno un Viaggiatore. Voglio elencare ciò che non avrei mai… … …

Non avrei mai creduto di scappare da casa, invece avevo circa 5 anni quando andai via, poi Tea, in fondo alla strada, mi convinse a restare a giocare da lei. Sono sempre stata debole nella carne.

Non avrei mai creduto di non capire la provocazione di Dario che in seconda elementare si abbassò i pantaloni andando in giro per la classe mentre tutte le femminucce gridavano e io restavo a guardare, a guardarlo, fissandolo, chiedendomi quale fosse il problema. Si arrabbiò moltissimo della mia impassibilità.

Non avrei mai creduto che in terza media avrei lasciato una lettera d’Amore sotto il banco di quel tipo della IIIC con gli occhi chiari e i capelli scuri, mentre il cuore mi sobbalzava in gola e sentivo che MAI avrei amato tanto quanto in quel momento.

Non avrei mai credo che al secondo ginnasio Domenico, che mi adorava spudoratamente e si era già maldestramente dichiarato, mi avrebbe fatto notare che – ehi – i vestiti si cambiano, perché una cosa è esser grunge altra è esser zozza. Amen.

Non avrei mai creduto di chiedere al professore di Filosofia Morale “Cosa? Se tutto il mondo fa schifo, cosa ha senso?! Cosa ci renderà degni di andare avanti?” mentre la filosofia mi struggeva dall’interno. Risposta: “Continuare a conoscere”.

Non avrei mai creduto tante cose… che quella mattina in spiaggia, mentre tutti all’alba dormivano ancora nelle loro tende,  guardando il mare calmo, mentre bevevo l’ultima birra della notte appena salutata, avrei deciso di partire, quella stessa estate, andar via, emigrare felicemente a Milano e bafanculu; che avrei dovuto attraversare una crisi economica da tagliare le gambe e che arrabbattandomi tra mille lavoretti sarei resistita; che sarei stata licenziata, valendo meno di un numero, e mi sarei battuta da RSU per garantire il meglio minimo a quei colleghi, non sempre adorabili, ma ora sfacciatamente nella merda;  che avrei ricevuto uno sfratto, perché la mia proprietaria si trovava nei guai con il suo affitto… e non avrei davvero mai creduto che dopo una crisi di pianto avrei deciso che io, io sì, io avrei acquistato casa e per giunta all’asta; che avrei ricevuto una condanna penale.
Insomma, tante cose.

Eppure, nonostante tutto ciò, non avrei mai creduto di dovermi chiudere in casa perché un virus rischia di fotterci tutti.

Ed è in questo momento che non mi pento di nulla, né della mia innata aggressività, né di tutte le lacrime versate per il mio cuore spezzato, non mi pento dei giri di progetti senza futuro, né per aver amato dettagli infinitesimali.
Non mi pento di aver insistito come un’ossessa impazzita nel disegno.

Morissi ora, non mi pento di nulla.
Manco di un dettaglio.

Aspetto, solo, io aspetto.
Aspetto di rimanere ancora incredula difronte al futuro.
Aspetto che tutto ciò sia passato per riabbracciare un po’ di persone e per abbracciare ex novo qualcun altro, che non lo so come la prenderà. Ma io ne avrei tanta voglia.

E, poi, il live di Max.
Questo è importante.

Perché al mondo ci sono anch’io.

2 pensieri riguardo “Incredula

  1. Eccetto che per Pezzali (ma quello è un problema tuo, non mi permetterei) quoto tutto.
    Avevo intuito che avessi fegato e prontezza e adattabilità, non pensavo così tanto.
    Stima.

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