In questa stanza di merda

Grazie Zero!
Grazie per tracciare la via più di quanto credi.
Io ti voglio bene. Davvero.

Cioè, non come dico di solito, che tipo la gente deve morire, che sono tutti miserabili e noiosi, che nel dubbio difronte a una nuova conoscenza parto da -10.
No.
A te voglio bene davvero. Bene bene!
Perché me lo ricordi sempre quanto so’ merde gli altri ❤

Anche quelli carini, che quando ti incontrano sorridono grande, che ti abbracciano forte forte, che ripetono al tuo orecchio quanto sei speciale.
Quelli che mi chiedono perché disegni sempre cose talmente cupe… e mi sorridono.
Quelli che mi chiedono perché il mio blog pulluli di buonismo… e mi sorridono.
Quelli che mi dicono che non mi lascio andare abbastanza… e mi sorridono.
Quelli che mi chiedono di tirar fuori di più dalla mia arte… e mi sorridono.
Quelli che mi suggeriscono di imparare l’inglese… e mi sorridono.
Quelli che mi dicono che sbaglio tutto… e mi sorridono.
Quelli che mi chiedono come sto… e mi sorridono.

Io vi manderei tutti affanculo.
Non provo alcuna pena a sapervi soli e depressi nelle vostre vite ingabbiate in casa.
No.
Ci provo, eh. Al momento è importante esser migliori.

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Ma nulla.

Mh.

Forse è d’esempio per tutti dare in quarantena un ulteriore giro di vite alla nostra coscienza, dall’onestà intellettuale a quella spirituale.
E mandare affanculo.

Anche il mio vicino m’ha mandata affanculo.
A me.
Che non gli avevo fatto NULLA.
Giuro.
È che qualche mese fa ha litigato con la portinaia e di conseguenza ha tolto il saluto a me.
Perché sono amica della cattiva cattiva portinaia.
Perché lui c’ha 80 anni e l’alzheimer.

Stamane cantavo sguaiatamente e ballavo per casa lanciando il caffè sul muro.
Perché se non faccio così divento matta dato che qui non si batte chiodo…
… quando d’improvviso sento una voce maggiore della mia provenire da fuori.
Stupita, in quanto speravo di esser io la disturbatrice del cortile, mi affaccio e vedo il mio vicino di merda che impreca al nulla dal suo balcone.
O forse l’aveva con i piccioni. Non so.
Però mi è piaciuto. Gli ho sorriso.

Poi ho gridato dal mio balcone che più tardi faccio un salto al supermercato (ho finito il vino, prima necessità, ma l’ho omesso) e se gli servisse qualcosa. Ha ricambiato il sorriso.
Si è affacciata anche la moglie, una specie di Casper secco secco con il grembiule a fiori, e pure lei mi ha sorriso. Dicono che sono a posto così.
Mi sa che abbiamo fatto pace.

Tutto è bene quel che finisce bene ❤ 

Ma Andrea Picchetti si è strafatto di botulino?
Che disdetta.

N.B.
Se ve li foste persi, vi supplico di colmare la vostra incommensurabile ignoranza:
1.
2.
3.

2 pensieri riguardo “In questa stanza di merda

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