E la Pasqua andò.
Tra video call e contest tra amici.
Nel mio piccolo ho fatto il possibile.
Nel mio piccolo, da piccola ero impressionata dagli agnelli di marzapane.
Si regalavano ai bambini, innocui agnellini in pasta di mandorla, variamente decorati.
Solo che gli occhi… gli occhi non erano mai proprio a posto.
Ai tempi non avevo ancora intrapreso studi artistici ma non era difficile notare asimmetrie e impressionanti espressioni su qui musetti pasquali.
Senza contare che ogni agnellino aveva una bandierina conficcata sul corpo.
E io non mangio bambini. Di razza alcuna.
Il che rendeva tutto ancora più cruento.
A me la pasqua non ha mai convinto.
Affatto.
E poi, oggettivamente, non si poteva mangiare qualcosa di così dolce, dunque l’agnellino restava per mesi e mesi nella credenza, supplizio mattutino nel latte al mattino e non appena era finito… arrivavano i fottuti pupi di zucchero novembrini.
Ma questa è un’altra storia.
Il folclore è un’arma.
Indubbiamente.
Oggi qualcuno l’ha finalmente capito.
E io mi sento meno sola.
Poi… oh… finirà la quarantena, il mondo tornerà a scorrere… ci ritroveremo soli come prima nell’universo popolato da individui codardi e senza densità.
Nel frattempo, ho rasato i capelli.
Vincendo pure un contest.
Gianna Nannini.
America.
’80.
Avevo iniziato bene… ma… come dire: tra Pasqua e Pasquetta cambia tutto!
Il nick che mi sono scelto ti farà immaginare che nemmeno io ho un gran bel rapporto con questa festività, che per me poi vuol dire non lavorare.
(ammazza che rasoiata…. ma è deliberata o è un eccesso di entusiasmo?)
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A intuito, pare tu non abbia una gran bel rapporto con nulla… 🙂
(deliberatissima)
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Come hai fatto a scoprirlo? Eppure cerco di nasconderlo il più possibile…
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Sesto senso e mezzo.
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