RACCONTI DI QUARANTENA #4

(ovvero: “sono in diretta?”)

Avete presente Safarà?
Dai, sì, Safarà… il negozietto di quel personaggio grifagno, ossuto, lungo-lunghissimo dalle dita legnose… quello che di tanto in tanto “compare” in Dylan Dog?

Se la risposta è no, provvedete a colmare tale lacuna e ci rivediamo dopo.
Se la risposta è sì, invece, bene… accomodatevi…

Perché il negozio di anticaglie Safarà compare inaspettatamente all’angolo di strada, non segue lo scorrere del tempo – non come lo conosciamo noi – non fa sconti o resi, ma la merce… aaah… quella merce è sempre talmente ammaliante…

Bene. La mia Scuola d’Arte è un po’ Safarà.
A un certo punto PUF! chiusa per via del covid.
Una settimana dopo PUF! offriva dirette online.

Ora, voi, ignari fruitori, un po’ come quando Hamelin vi invita dentro Safarà, non conoscete cosa si cela dietro, in fondo, oltre l’ultima porticina che dà sul retro e – forse – sarebbe meglio non scoprirlo mai… ma se siete giunti a leggere fin qui, be’, meritate un sorso dal Sacro Graal per entrare anche voi in una storia che inizia nel 1800 e giunge fino a ora. Fino a oggi…

Sono le 21.47, tic – toc, questa Fase 1 sta per abbracciare il proprio epilogo e un po’ ci mancherà.
Indubbiamente la Fase 2 sarà più semplice e “leggera”, faremo ammenda e tesoro di quanto confezionato in questi 2 mesi, eppure… eppure non tornerà mai un’altra Fase 1.
Questo momento storico di follia lo abbiamo metabolizzato, goduto, sofferto, amato, disprezzato, ma ce lo siamo cuciti addosso in un modo assolutamente unico.
Fuori lo scorrere delle ambulanze non si placa, sirene spiegate e fitta allo stomaco, ma qui, nel mio computer, sono successe anche cose belle.

Improvvisamente tutti quegli avventori e abitué di Safarà hanno dovuto cambiare, Hamelin in primis ha dovuto indossare una muta da sub e lasciarsi andare, nel blu dello spazio profondo, per sondare stelle e alternative: quando il mondo collassa puoi collassare oppure provare a volare.
Noi, docenti della Super, abbiamo tentato il volo.
Non senza precipitazioni.

I video andati in onda sottosopra sono forse il mio ricordo preferito, dirette di docenti agli antipodi della forza di gravità! Esilarante. Emozionante.
Ma non male anche le riprese verticali di cui io stessa sono stata lungamente vittima.
E vogliamo parlare di chi finisce i giga in diretta? Meraviglia.

Inoltre, c’è quella porticina che dà sul resto… non è accessibile a tutti, ma io che ho potuto entrarvi vi racconterò di aver visto cose… prove di messa in onda con gatti scorazzanti, imprecazioni e tensioni, fatiche snervanti per ottenere una messa a fuoco, una sola, in tutta una vita d’uomo, dirette andate in onda ogni notte, più volte per notte, di cui nessuno conosce il motivo… e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia?

Giammai!
Questi sono stati i mesi delle dirette libere, come radio sul mondo, dove le nostre classi da 10 studenti improvvisamente sono cresciute del doppio, triplo, quadruplo… e nessuno di noi è mai stato uno speaker radio-televisivo… sì, si è notato.
Ma, come al solito, avevamo la ricetta della meraviglia.
Non si sa come.

Super!

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