Simmetrie e asimmetrie

Rubrica #ceraunavoltaunapatata
By Debbie Harry


Stasera mi rilasso. Bagno caldo, candele profumate, un bicchiere di prosecco come nei film e un libro.
Sono immersa nella vasca tra le bolle e leggo una storia. 
È la storia di un’amicizia. La storia di un protagonista che non si schioda, che rimane uguale a se stesso in un mondo che cambia, fatto di persone e contesti politici e geografici in continua mutazione come sono stati Israele e Tel Aviv tra il 1998 e 2002. 
Il protagonista nella mia testa ha la faccia di un mio ex.

Non di una cosa seria, uno di quelli da un paio di notti estive. Quelle notti dove Milano sa essere così calda che l’idea del contatto fisico è repellente ma “a casa ho l’aria condizionata”. 
O dove diluvia a scrosci e il cielo viene giù a fiumi bloccandoti sotto un portone. Quelle notti sospese tra la città e le vacanze dove tutto è concesso. Uno con cui ho riso tantissimo. 
Uno con un passato di relazioni importanti come quelle del protagonista del libro. Uno con cui ho provato una leggerezza assurda e profonda. Che sapeva cosa voleva e dov’era nel mondo e andava bene anche a me. 
Che poi nel libro le caratteristiche fisiche del protagonista non sono le stesse del tipo delle notti calienti. E anche la sua inadeguatezza e indecisione non corrispondono ma sono quasi opposte. 
In realtà il tipo è più un incrocio tra Yuval, Amichai e Ofir, due dei suoi tre migliori amici. No, Churchill con la sua imponenza sarà sicuramente stato diverso. Piccole parti del quartetto intorno al quale ruota la storia. 
Eppure è stata un po’ la mia Madeleine. 
E da lì, immersa nella vasca ho iniziato a pensare ad altri ex, che come il protagonista non hanno saputo prendere decisioni. Che sono rimasti immobili senza andare avanti lasciando a volte noi donne con la decisione in mano.
Ex miei e delle mie amiche. O, anche peggio i non-ex, quelli che proprio manco una gioia dopo paroloni. 

Un tipo con cui mi sentivo, una volta mi fece un’analisi accurata degli uomini. Tanto di cappello, in una situazione di flirt e di caccia non è da tutti mettere a nudo se stessi e la propria categoria. 
Tra le caratteristiche c’era proprio l’indecisione e l’immobilità.
Era la prima volta che veniva detto da cromosoma y a cromosoma y (i miei amici che pensano che io ne abbia uno saprebbero a cosa mi riferisco).
Una specie che si guarda dall’esterno. L’amore tra noi rimase platonico. Forse è il segreto delle affinità mentali. O forse è solo quello che ci raccontiamo quando “mai una gioia” per l’appunto. 
E mi chiedo… C’è un fattore biologico in questo? (Benvenuti al Momento superquark di Debbie)
O è tutta questione di fattori ambientali e comportamentali? Eppure certe caratteristiche si ripetono in uomini di diversa regione o estrazione sociale, culturale di provenienza ma anche età.
Perché anche in un libro ambientato a Tel Aviv 20 anni fa trovo il disagio e le difficoltà, il non-sei-tu-sono-io, non-me-la sento-di-impegnarmi-e-perciò-faccio-lo-stronzo, sono-sparito-perché-essere-chiaro-era-troppo-difficile, che riscontro dei 30enni o 40enni che mi circondano? Un libro scritto da un uomo, il cui protagonista uomo ti parla in prima persona come un amico che ti parla di sé a cuore aperto senza celarsi.

E purtroppo sorge una domanda, anche se non vorresti. Dove sono rimasti quelli che ce la fanno?
O forse come mi disse una volta uno dei miei migliori amici, uno di quelli che non me le manda a dire, anche se in quel momento di questa verità non avevo affatto bisogno:

“Lui ce la farà con quella dopo di te. Hai presente tutti gli sforzi che hai fatto? Sarà lei a giovarne e raccoglierne i frutti e non tu“.

Mi Chiedo solo se questo aspettare tempi migliori, se questi frutti acerbi ogni tanto tornano indietro a chiudere il ciclo come le scale di Escher. 

Ps. Il libro è “la Simmetria dei Desideri”, di Eskhol Nevo edito da Beat

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