Quisquiglie

La base del BDSM è “consenso”.

Vuoi frustare tuo marito mentre gli blocchi l’erezione per mezzo di cintura di castità?
Vuoi concedere tua moglie sessualmente a 2, 3, 10 sconosciuti?

Nel gioco erotico che raggiunge i maggiori picchi di dolore se c’è il consenso di tutti gli individui coinvolti il gioco è super-ok. Altrimenti, non se ne fa nulla.



Il 14 agosto 1945 il Giappone è vinto e la guerra volge al termine! La gente si riversava in strada in preda alla felicità! La vita! La vita appena ritornata a bussare alle porte, alle finestre, la vita in strada!
La vita riprendeva a palpitare con forza sismica attraverso tutti i corpi, le voci, gli applausi dei presenti.
In tale frangente lui incrociò lo sguardo di lei. Lei sorrise. Lui la baciò.



Cambiamo!


Il 14 agosto 1945 il Giappone è vinto e la guerra volge al termine! La gente si riversava in strada in preda alla felicità! La vita! La vita appena ritornata a bussare alle porte, alle finestre, la vita in strada!
La vita riprendeva a palpitare con forza sismica attraverso tutti i corpi, le voci, gli applausi dei presenti.
In tale frangente un marinaio sbronzo acciuffa una donna e la bacia in pubblico. Tutti ridono.


Cambiamo ancora!


Il 14 agosto 1945 il Giappone è vinto e la guerra volge al termine! La gente si riversava in strada in preda alla felicità e per un istante scorda che un corpo è un altare e non un luogo da invadere a proprio piacimento.
Lui puzza, è un uomo, solo un uomo tra mille altri uomini. Un corpo. Ma un corpo più possente di quello della donna sconosciuta che viene costretta in un abbraccio brutale e limonata avidamente per strada.



Qualche giorno fa nella rassegna musicale più nota d’Italia, oltre alla medievale e cavalleresca scelta dei doni floreali, la foto in questione è stata scelta ed esibita come esempio di libertà e amore, come speranza di poter presto tornare tutti a baciarci per strada, senza mascherine e ansie.
In fondo è una bella foto!


… anche se… a guardarle in sequenza (perché le foto sono almeno 3) qualcosa che non torna c’è…
nel movimento del braccio di lei che, be’, non cinge affatto lui amorevolmente intorno al collo, bensì a pugno chiuso cerca probabilmente di allontanare quel volto estraneo e aggressivo. Certo, non posso esserne certa, ma quando io bacio e vengo baciata, se c’è consenso, non è mai così che tengo la mano…


Ma già sento l’eco tronfio e gradasso:
“Queste sono quisquiglie, la solita polemica marcia e femminista. Non possiamo parlare di stupro! Suvvia.
Oggi non possiamo stare qui a pretendere sempre la continua analisi di ogni dettaglio!
Volevate la parità? Ecco, data! Volevate i salari aumentati? Fatto!
Perché vi lamentate ancora? Vi abbiamo già concesso i vostri diritti…
Perché – sia chiaro – siamo NOI che li abbiamo concessi a VOI.
E mica i diritti nascono così! Sotto i cavoli!
Bisogna anche lasciarsi un po’ andare, suvvia… ma bisogna sempre spiegarvi tutto a voi… e mica vi stiamo dicendo di restare dietro ai fornelli! Via! Un po’ di leggerezza!!”


Anche se, forse (Forse…) a volte quel “mica ti sto dicendo di chiuderti in casa!” o il “e mica sto pretendendo che tu non lavori!” o ancora “ma mica pretendo tu mi dia dei figli!” ecco… a volte, solo a volte, il semplice fatto di ammettere ciò che non si sta pretendendo significa che da qualche parte nel cervello una lampadina si è illuminata e sussurra “sai che questa sarebbe una possibilità, sì?”.

Quella lampadina possiamo ignorarla. O affrontarla.
Buon 8 marzo a tutte/i!

One thought on “Quisquiglie

  1. Una volta un mio collega si produsse in una lunga e improvvisata dissertazione su casi a suo dire accertati e documentati di priapismo indotto a mezzo farmaci a maschi non consenzienti da parte di donne che desideravano uno “stupro-reverse”.
    Sono passati anni e ancora adesso sto cercando il bandolo di ciò che ricordo di aver ascoltato.

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