Quando diciamo: “Questo è il giorno più bello della mia vita” è veramente così?
O è solo un’emozione momentanea? Magari un’infatuazione cronologica dovuta a una particolare congiunzione astrale passeggera? Forse un sogno sublime e labilissimo?
Non lo so.
Ma questa è stata la Lucca più bella della mia vita. E anche se Milano è già qui, se il Comics è finito, se siamo tornati tutti alle nostre routine, io ho ancora dentro uno spazio infinito di poesia.
Il primo giorno c’ero solo io. Io con il mio sketch, io con le foto delle reference anatomiche sul telefono (menzione d’onore alle mie belle amiche che si prestano a farmi da modelle), io con un’ansia da prestazione impareggiabile dopo due anni di stasi, io con il desiderio di godermela, anche se a ‘sto giro non c’erano con me i soliti amici noti né la voglia di girare per stand mostrando il mio portfolio. C’ero solo io, più sola che mai, io che volevo semplicemente godermela.
Ed è successo di nuovo: quando parto da sola succedono cose. Cose speciali. È una curiosa magia che tende a riproporsi a ogni bivio solitario. Potremmo chiamarla “Bellezza”.
Poco dopo ne ero immersa fino ai capelli: Bellezza. Ovunque. Mozzafiato.
Fin dalla prima sera, anzi, fin dal viaggio di andata in blablacar (anche questo, dopo due anni), ho ricevuto una tale quantità di attenzioni e gentilezze che non so a quale divinità votarmi per render grazie, dal momento che sono un’agnostica spudorata. Eppure, io sento di dover ringraziare qualcosa o qualcuno. Ma Chi?
Il viaggio è stato allegro e chiacchierone, l’accoglienza nella casa dove avrei risieduto per 6 notti è stata dolcissima con tanto di torta salata di benvenuto e una cena a base di “tordelli” squisiti, senza parlare delle confidenze mattutine e serali. Poi il risveglio in una Lucca presa d’assedio… una città che da 8.000 abitanti vende 75.000 biglietti al giorno, senza contare gli addetti ai lavori e i semplici curiosi viandanti.
Esci da casa e sei circondata da cosplayer. Ora, io non so come facciano loro a non squagliarsi sotto a trucco, parrucco, vesti e accessori, ma sono stupendi e creano il bordo della splendida bolla che è il Lucca Comics and Games. Stima. Profonda stima e gratitudine per quel riempire gli occhi di tutti con immagini che sono già quadri.
Infine, eccolo, il “mio” padiglione, il Carducci, il Games: ph adolescenziale a palla e 200 gradi quando va bene.
Perfetto, sono a casa. Schiatto ma sono a casa.
E lì è successo.
Mi è successo di togliermi il sacchetto di carta dalla testa (qualcuno direbbe il sacco nero della spazza), quell’elmo dal quale solitamente evito di parlare con i compagni d’armi, perché… perché io non sono nessuno. Ho iniziato a disegnare da poco, sono la Piccola Fiammiferaia sperduta peggio di Alice. Una combo micidiale.
Stavolta, invece, ho aperto bocca un po’ più del solito. Ed è successo.
Non so perché, non so come, non so nuovamente quale divinità mi abbia benedetta, ma poco dopo ero in ottima compagnia. Loro, i “big” che parlano con me, che cenano con me, che scambiano confidenze con me.
Il mondo d’Alice si è rivoltato?
E poi le vecchie conoscenze, artisti ed eroi.
Fatto sta che non ero più io da sola con la mia tela: io sperduta a Lucca, io con il mio sketch… ma ero io con belle persone.
Quante volte capita in un solo anno? Sono fortunata. Sono felice.
E qui devo smettere la narrazione, non posso raccontare delle confidenze ricevute e condivise, non posso narrare di abbracci e sensazioni, non posso dire di consigli e inviti. Ma, credetemi, la meraviglia, la filosofia che da tutto ciò è emersa me la porto dentro.
Qualcuno ha detto che è stato il Lucca più bello “fino a ora”, mi piace accogliere questo pensiero, ma questo Lucca 2022 ha il gusto sulla punta della lingua della rinascita. È un Risorgimento. Lo custodisco nel cuore.
C’è un Fato, lo percepisco e non lo colgo, lo intravedo ma gli sorrido. È bello così. Grazie.
Oggi, in classe, tornata alla mia vita milanese, un bimbo mi ha chiesto: “Maestra, mi fai vedere cosa hai disegnato?”. Gli ho mostrato Goldie, il gargoyle di Sandman, e lui ha esclamato: “Ah! Un uccellino!”.
I miei bimbi stanno crescendo bene.
Grazie Lucca, grazie a tutti e grazie a chissà Chi.
E poi si torna a casa.
Felice.








































Mi è appena passata di fianco una ragazza sopra un razzo. Con una mano si reggeva e con l’altra impugnava un pennello. Colorava dappertutto. L’ho schivata per un pelo.
Ha lasciato una scia variopinta e profumo di caramelle. E l’ho sentita chiaramente gridare: “Torno il prossimo anno!”
Ma secondo me anche prima.
(sempre le meglio cose, per te)
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Si può sostituire il razzo con una di quelle scope volanti che ti inviano con i corsi di stegoneria per corrispondenza?
E sostituirei il profumo di caramelle con quello di cioccolata alla vaniglia. Per il resto sarebbe tutto perfetto…
Grazie 🙂
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