Non ho ancora deciso se chiudere o meno questo blog.
La faccenda inizia a divenire imbarazzante.
Ho pro e contro. Ma stavolta una lista non basta.
Io prima, quando ero una persona matta per davvero e come si deve – al punto di sentirlo e rendermene conto -, non facevo liste. Quando sono divenuta matta in modo socialmente idoneo ho iniziato a farne alcune.
Qualcuna scabrosa.
Ma tanto stavolta non basta, si tratta di percezioni sotto pelle, effimere, si tratta di piccoli rifugi, di forze vagamente acquisite. Non si può fare una lista, no.
Però posso immaginare che finché mi andrà di scrivere… questo blog vivrà. Prognostici a parte.
Prognostici degli ex, si intende. Quelli che tanto ci ricordano che non ce la farete, avete presente?
E da 3 anni siam qui.
Stasera mi va di scrivere dell’Amore a 8 anni.
I miei alunni sono tutti fidanzati, non se ne parla esplicitamente, lo si confida solo alla maestra del sostegno, ma fatto sta che le coppie sono belle e definite. Ovviamente non si cagano. Come ogni coppia che si rispetti.
Ho capito così che bisognava intervenire in anticipo sui programmi ministeriali che, se tutto va bene, di educazione emotiva iniziano a parlarne alle medie, quando tipo sono già tutti in gravidanza.
E pensavo di aver fatto una furbata iniziando in terza elementare… e invece no, sono già in ritardo.
Ma le cose sono andate così.
I bimbi schifano esplicitamente ogni forma d’amore, nonostante siano fidanzati, le bimbe idem, nonostante stiano a cinguettare tra loro. Per cui abbiamo iniziato a riflettere sulle tipologie d’amore, dalla famiglia e dagli amici, dai miti greci alla fatidica narrazione di Romeo e Giulietta.
Sarebbe bello poter mostrare le loro espressioni durante la narrazione… salgo sulla cattedra, vi incrocio sopra le gambe – sperando che non entri la preside -, e inizio a raccontare… e più le loro espressioni divengono trasognate, indignate e rabbiose e più io ci do dentro teatralmente. Non mi piace esibirmi, non farò mai teatro, mi disturba essere festeggiata per il mio compleanno, ma – in questo lavoro – c’è un’intimità di classe in cui possono succedere molte cose precluse al resto del mondo, narrazioni teatrali incluse.
C’è tutto.
Volti ancora poco intaccati dal brutto che avanza. Volti incantati.
Volti che hanno tutto da sperimentare.
E oggi, a 20 minuti dalla campanella, quei volti mi hanno chiesto se gli raccontavo un’altra storia d’Amore… non ero preparata, ma una storia ce l’avevo, una storia che io conosco bene, anzi alla quasi perfezione.
La storia di una mia ava.
Ma non è questo il punto.
Il punto è che questo è il momento più fragile, appena al di là del primo addio e in attesa di una conferma che intuisci non giungerà. Perché è sempre tutto complesso e la comunicazione fatica.
Da qui seguiranno anni confusi e presenti disillusi.
Anche quando tutto andrà bene, tu eviterai di crederci, perché non puoi credere per sempre.
A meno che… tutto non sia facile.
Speriamo gli sia facile.
E non è mai facile, soprattutto all’inizio quando pensi che sia proprio lui o lei che aspettavi!
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Assolutamente. Ma a 8 anni tutto è possibile! 😉
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