Forza mio bel coniglio.
Nella vita puoi essere molte cose: un mediocre, un furbo, un artista.
Sai, un po’ come la barzelletta: c’è un francese, un tedesco e un italiano…
In fondo, siamo tutti una grande barzelletta.
Come un’opera d’arte incomprensibile, il bello dei Nirvana era che negli anni ’90 non c’era internet.
E dalle mie parti non c’era proprio un cazzo.
Così, se volevi sapere altro di quel gruppo… dovevi inventartelo!
E via a leggere tra le singole righe di un testo, prima di una virgola e dopo gli schizzi a margine del disco.
E dentro… dentro ci mettevi di tutto!
Eravamo tutti artisti. Tutti creativi. Tutti visionari.
E fu così, io credo, che i Nirvana e Kurt ci dissero molto più di quanto loro stessi credessero.
Oggi siamo tutti tossicodipendenti: a casa a guardare la TV. O Netflix. O Prime.
O altre minchiate.
Da un anno.
Kurt aveva 27 anni esattamente 27 anni fa.
Oggi avrebbe 54 anni.
L’amante ideale.
Ma era un tossico chiuso in una stanza a guardare la TV.
Eppure, per me, Kurt non è mai morto. Se guardo una sua foto è come fosse vivo.
A volte più di molte persone che ho conosciuto, amato, in ogni senso, e visto morire.
Sì, ho avuto tanti funerali nella prima metà della mia vita.
Ma Kurt, per me, non è mai morto.
C’è.
Semplicemente, c’è.
Ascolterò stanotte l’unplugged, non posso andare di Bleach, i vicini mi denuncerebbero e avrebbero ragione, perché… ehy, ok il grunge, ok il dolore, ok la rabbia, ok tutto.
Ma domani qualcuno lavora.
E Bleach non puoi ascoltarlo a volume basso.
Se lo fai… sei una brutta persona.
E io non sono una brutta persona.
Ok, a volte do adito dialetticamente al peggio che posso solo per svalutare il prossimo, perché sono adirata, perché io so di esser come Cirano e con “questa spada ferisco quando voglio” ma negli anni ho smesso.
Ho compreso di avere un superpotere e ho scelto di non utilizzarlo più.
Ma qualche volta ancora riemerge.
Qualche volta, io, divento cattiva.
Non esiste demone, macumba o esattore delle tasse al mio livello in quei momenti. Lo so.
Una volta, all’apice della mia rabbia, abbandonai pure la mia gatta.
Che mostro.
Il resto non lo racconto perché non riguarda solo me.
Certo, nulla al mondo può riguardare solo me.
Ovvio.
Eppure, ho raccattato abbastanza dignità negli anni per non guadagnarmi altri mesi di inferno nell’aldilà.
Anche se… be’, anche se fa malissimo ricordare la copertina di un quadernino ricco d’amore di cui qualcuno si è “sbarazzato”, un quadernino piccolo e insignificante, con la copertina verde acqua con sopra fiorellini blu, solo uno sciocco quadernino lasciato qua e là, in giro tra due case, dove due persone che forse non hanno mai capito nulla dell’amore si scrivevano a vicenda e il gioco era proprio quello: scovare il quaderinino, aprirlo e scoprire cosa l’altro aveva scritto sull’ultima pagina… era solo un banale quadernino che raccontava una banalissima storia d’amore, in cui qualcuno una volta aveva creduto davvero, qualcuno che mi svegliava nel cuore della notte per chiedermi: “Perché stai con me? Com’è possibile che io ti meriti?”. Ma la vita va così…
È un gioco inutile
Cambiano le regole
Ma non serve a niente vincere
E oggi il quadernino giace in un cassonetto, o forse è stato bruciato o strappato o che ne so.
Fa male come avessi abbandonato per sempre la mia gatta.
Strano come un piccolo oggetto possa prender le sembianze di un pulcino che qualcuno ha annegato con le sue mani ossute.
Molto strano.
Se guardi certe foto attuali sei soffocata da ciò che non vuoi, non hai mai voluto e sei contenta di non riaverlo più!
Una casa, un paesino, un sorriso. Una gabbia, un’apatia, un supplizio.
Eppure se pensi a certi piccoli, insignificanti oggetti…
Kurt aveva 27 anni esattamente 27 anni fa.
No, io non l’ho mai visto dal vivo.
Lo conobbi appena morto.
Sono sempre in ritardo.
Ma io credo che i Nirvana mi salvarono.
Oddio, non che sia diventata chissà che, chissà chi, chissà come, ma ho la sensazione che sarebbe potuta andare molto, molto peggio. E, forse, quel quadernino non avrebbe mai visto la luce.
Anche se ora vede solo oscurità.
Kurt aveva 27 anni esattamente 27 anni fa.
Ed era fragile.
Debole.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: i deboli sono pericolosissimi!
Meritano l’inferno a pieno titolo, con un lasciapassare A38 direttissimo.
Ah, certo… anche io merito l’inferno, ah, sì sì… io davvero ce le ho tutte o comunque abbastanza…
Io…
io sono lussuriosa
io sono golosa
io sono eretica
io sono maga
io sono chissà quante altre cose.
Io… io, io sono sicura di non esser io l’anticristo però.
Forza mio bel coniglio.
Portami nella tana.
